Gruppo Studentesco Cattolico

"Giovanni Paolo II"

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Per Meditare

la speranza cristiana La speranza “Sperare non significa – per il cristiano- attendere dal futuro il compimento di una salvezza non ancora posseduta, ma vivere già ora secondo uno stile di vita che anticipi il futuro. La speranza cristiana è dunque una vita nuova”. * Dove trarre le risorse per questa vita nuova perché la speranza sia fondata e non diventi velleitaria? Questo è il “segreto” antico e sempre nuovo che custodisce la Chiesa, il segreto che toglie dall’ignoranza delle cose buone. Quando si vive nell’ignoranza delle cose positive si vive nella paura, e quando uno vive nella paura realizza le sue paure. Ecco perché chi non spera è come morto ed ha bisogno di essere riportato alla vita da un contatto profondo con Gesù, il Signore, fondamento della speranza cristiana. Noi poi viviamo di parole. Quelle che assimiliamo quotidianamente ci formano: diventiamo le parole che ascoltiamo. Ma le parole che ascoltiamo di solito sono generatrici di una speranza fondata? Forse si è molto appannata intorno a noi la convinzione che solo la Parola di Dio è in grado di raccontarci quella realtà che dobbiamo anticipare per sperare con verità e fondamento! Allora dobbiamo imparare nuovamente ad ascoltare e meditare il Vangelo, assimilarlo come il latte per diventare la Parola di Dio che ascoltiamo, e diventare speranza noi stessi e narratori di speranza. Che cosa vuol dire diventare un uomo che spera ed è speranza? Vuol dire “costruire la propria maturità umana come Dio la sogna guardando suo figlio”. * * Dom Franco Mosconi, priore dell’Eremo di S. Giorgio a Bardolino. Liberamente tratto dal suo discorso al Convegno della Chiesa di

 

 

 

 

 

 

 

 

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