Gruppo Studentesco Cattolico

"Giovanni Paolo II"

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Dalla parola di Dio

Chi vuole salvare la propria vita. la perderà Scommettere sulla Grazia “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perde la propria vita per causa mia, la salverà.” (Lc 9, 24) Luca presenta uno dei paradossi evangelici che, da ragazzo, leggendo il Vangelo, evitavo, passando ad altri brani più convincenti e più comprensibili. In realtà, quanto trascuravo pensandolo irragionevole, lo vivevo inconsapevolmente, convinto com’ero dell’azione soprannaturale del Risorto nelle mie personali vicende terrene, compreso quelle più dolorose. Il trascorrere degli anni (più di mezzo secolo) mi ha convinto che quel bruciante paradosso abbia anche un fondo di ragionevolezza. Ha scritto Eugenio Montale nella sua poesia L’Imprevisto: “E ora che ne sarà del mio viaggio? / Troppo accuratamente l’ho studiato / senza saperne nulla. Un Imprevisto / è la sola speranza. Ma dicono / che è una stoltezza dirselo”. Vivere in riferimento a Cristo, come fa un qualunque cristiano, di per se, significa già essere esposti ad ogni genere d’imprevisto. Basta leggere qualche pagina del suo evangelico messaggio. Ma vivere, da cattolico consapevole, cosciente di essere collocato nell’amore che spira tra il Padre e il Figlio, nella Chiesa, culla dello Spirito e dei suoi molteplici doni, significa vivere la Speranza attiva che nasce Imprevista in ogni piega dell’esistenza. Io non ho potuto fare molto di quello che conta per i modelli della cultura egemone. Ho avuto una vita piena e da raccontare per gli imprevisti, per l’amore conseguente che ne ho raccolto. Posso testimoniare questo. Suppongo che si possa vivere senza riferirsi a Cristo o, addirittura, senza riferirsi a Dio, ed essere felici, ma non sarei in grado di dire se la vita così moderna e in voga di chi fa a meno di Dio sia migliore della mia, o viceversa. Certo che mi piacerebbe trovare persone intellettualmente oneste come Montale. Sono, infatti, circondato costantemente da persone che si lamentano di tutto e non sono mai contente di nulla, come non sono mai responsabili di nulla. Da persone che si sentono sole, inutili, sbagliate, lanciate in un mondo ostile e ingiusto. E mi sconcertano anche i discorsi di molti cattolici. Si dice sovente di “metter la persona al centro”. Qualunque cosa significhi, questa espressione, ormai logora e stereotipata, io credo proprio che continuerò a scommettere sulla Grazia di Dio, per il proseguimento dell’affascinante avventura della vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

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