Gruppo Studentesco Cattolico

"Giovanni Paolo II"

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Dalla parola di Dio

smarriti nella folla Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò”. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Marco 6, 30- 34 Come sarebbe bello stare con Gesù, in un luogo solitario, a riposarci un po’, e a sentirlo ristorarci con le sue parole! Visto che Lui è disponibile, perché non ci riusciamo? Veniamo da oltre due secoli di scetticismo illuminista, pseudoilluminista o neoilluminista. Il Novecento è stato il secolo del grande tentativo di instaurare una sorta di umanesimo ateo e delle rovine create dal conseguente fallimento di quegli “esperimenti” che avevano dato forma a quella pretesa. Tutto questo ha lasciato i suoi frutti: i frutti avvelenati della secolarizzazione di massa. Forse questo processo è un po’ esaurito, forse c’è una nuova ricerca religiosa, ma, certamente, oggi le folle sono, per certi aspetti, nelle stesse condizioni del tempo di Gesù: confuse e disorientate. Come mai le folle non riescono più trovare la forza di correre verso Gesù? C’è un elemento in più, tipicamente moderno, le folle sono anche… manipolate. Qui la verifica è facile. Quanto tempo dedichiamo alla lettura dei giornali, alla televisione, a internet, ecc., e quanto al Vangelo, alla preghiera, alla Messa? Intere moltitudini di genti nei paesi di millenaria tradizione cristiana non mettono piede in Chiesa e hanno interrotto di fatto la trasmissione ai loro figli della fede. Anche tra i praticanti, i figli o i nipoti non vanno in chiesa, oppure ci vanno fino alla cresima perché devono, poi fine del comunicato: inizia la libertà, fare quello che mi pare. Ciò che rende poco credibile agli occhi dei giovani la testimonianza degli adulti, allontanandoli, è lo stesso motivo che causa poi, col tempo, tante sofferenze precoci tra i giovani stessi, incapaci di trovare qualcosa o qualcuno per cui valga la pena vivere; ed è forse la causa principale della tiepidezza di tanti cristiani di oggi, la causa principale per cui mancano all’appello tanti sacerdoti, tante suore, tanti religiosi, cioè le persone che si dedicavano a tempo pieno a tenere compagnia a Gesù, a consentirci di incontrare Cristo nei ritmi della vita quotidiana. Qual è questo grande motivo? E’ che abbiamo troppo e troppo di tutto, e a dominare in noi è il sentimento della paura: paura di perdere quello che abbiamo. Sovente ce ne rendiamo conto soltanto quando qualcosa interviene a minacciare il nostro personale status quo: un’avversità, una sofferenza, un imprevisto, un rovescio, una persecuzione, una non riuscita (“Come è possibile? Io. il padrone di me stesso? Il detentore di diritti inalienabili?”), una malattia. Ma quel sentire insidioso è sempre in noi, “sotto traccia”. Oppure, necessariamente, a dominare in noi è la competitività, cioè il desiderio esasperato di arrivare a possedere, come gli altri; inoltre, molto probabilmente, in conseguenza di ciò, il sentimento più diffuso di oggi è l’invidia, perché dalla competitività all’invidia il passo è troppo breve. In ogni modo ci manca la “fame” che possedevano le folle del tempo di Gesù. Rimane una certa consapevolezza di aver bisogno di “altro” – e dovremmo sempre ringraziarne Dio che ci ha messo il desiderio insaziabile di infinito nell’anima- ma…ci manca la disponibilità ad essere disposti a tutto pur di incontrare Gesù. Tutte le nostre energie sono rivolte ai beni e a come raggiungerne ancora, instancabilmente: intrappolati in un sistema, come il topolino degli esperimenti, che segue gli impulsi verso il formaggio, prodotti dallo scienziato che ha costruito il labirinto in miniatura e lo adopera. C’è bisogno di dire che cosa rappresenta lo scienziato in questa immagine metaforica? Ora poi che il nuovo idolo dell’Occidente, il mercato, si è gettato nel business della religione l’illusione di potermi costruire un Dio come piace a me , razzolando nel supermarket della spiritualità fai- da- te, o pescando sugli scaffali delle varie proposte esotiche, allunga i tempi necessari a rendersi conto del vero e ultimo bisogno della mia vita: un Dio- persona da incontrare come uomo, nei ritmi della mia esistenza, perché si è fatto incontrabile, non una serie di strane pratiche per stare bene. Abbiamo tutti bisogno del pastore che dica parole di vita eterna, non di uno stato d’animo passeggero che ci depositi nelle mani dello psicologo alla moda o del santone più chic o del guru di turno. In ordine alla questione religiosa , ciascuno di noi di che cosa ha bisogno, in ultima analisi? Se ci concediamo un attimo di sincerità dobbiamo riconoscere che abbiamo bisogno del Dio che ci conduce al di là delle paure e al di là di tutto, non di sentirci buoni per un po’ o per vantarsene con gli altri. Abbiamo bisogno della straordinaria amicizia di Gesù, Colui che non tradisce mai, e non delle mille mode o dei modelli che la società crea e disfa tutti i momenti, tantomeno delle tante - pur degnissime persone- che, come noi, annaspano nel tentativo di essere apprezzate proprio secondo quei transitori e fasulli canoni prestabiliti. Da chi? Con quale autorità? Che devo fare io, giovane che leggo queste poche e povere righe? Intanto fare uno sforzo per depurarmi dalle scorie accumulate, dalle tossine dell’anima. Per fare un esempio di “strana” mentalità indotta: non è che, per caso, non vado a Messa perché il Parroco mi sta antipatico? O non ci vado perché non ho tempo? Il Papa è un po’ pastore (in grado massimo- si sarebbe detto, una volta- per un uomo); il Vescovo è un po’ pastore (un po’ meno del Papa); il Parroco è un po’ pastore…ma, il vero e unico Pastore è Gesù Cristo. Mi faccio furbo! Dunque vado a Messa per incontrarLo anche se ho le mie idee sul prete. Mi sveglio!Cerco di dedicare a Gesù una parte del tempo che dedico all’I-Pod, al PC, agli SMS, alla TV, ecc. Ma, soprattutto, cerco di metterci la stessa intensità, la stessa passione, la stessa voglia, che ci metto per me, e con gli amici. Cerco d’incontrarlo nella folla (con il resto della comunità) e di ascoltare che cosa dice, cerco d’incontrarlo nel piccolo gruppo di quelli che stanno con Lui un po’ appartati e tranquilli, nel luogo che Gesù ha scelto; cerco d’incontrarlo da solo, nel silenzio colmo del mio cuore, in disparte, se necessario.

 

 

 

 

 

 

 

 

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