Gruppo Studentesco Cattolico

"Giovanni Paolo II"

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Dalla parola di Dio

auguri per gli uomini, auguri per Dio “Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti, e la parola di Dio dimora in voi […]Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo?”1Gv 2,14c. 21-22 31 Dicembre - VII giorno fra l'Ottava di Natale
 cfr. anche Sal 95 / Gv 1,1-18 Fine dell'anno. Chissà se qualcuno leggerà queste righe per stanotte? Mi domando, anche, quanti ricordino che si tratta del VII giorno fra l’Ottava di Natale. Forse qualche prete con i suoi collaboratori più stretti, magari nella tranquillità di una
canonica a smaltire la fatica del Natale prima del Te Deum di
questa notte. Che, ci vogliamo infastidire con pensieri natalizi mentre magari siamo in macchina, un po' di fretta in coda per fare gli ultimi
acquisti al supermercato, oppure, un po' incupiti e scocciati perché si
vorrebbe dormire questa notte uguale a tutte le altre e invece
qualcuno pensa di accogliere il nuovo anno a suon di inutili e
fastidiosi botti? Prima di celebrare il rito del Capodanno,
vorrei invitare a lasciarci ancora una volta stupire dalle parole di Giovanni.
 “Sono le ultime che ha scritto, probabilmente, alla fine del suo
capolavoro, un vangelo che è una meditazione, un annuncio che è
come un misterioso riflettere, un lento incedere nel cuore e
nella volontà di Dio e lì, alla fine, scrive l'inizio, il
prologo, il pezzo più alto; ripensa alla sua storia, Giovanni e
vi legge un battito d'ali immenso, un uomo, Gesù di Nazareth,
che ha scoperto essere più di un Maestro, più di un Profeta,
più del Messia, Dio stesso. Giovanni sa, ora, che quel Gesù, di
cui aveva spesso letto negli occhi e nelle rughe del sorriso ai
lati degli occhi i sogni le speranze, la bontà e l'abisso, era
in realtà il Verbo stesso di Dio, che aveva visto il magma
dell'universo esplodere e poi raffreddarsi per dare la
possibilità a un mondo (uno?) di esistere e a noi di vivere.”(P. Curtaz)
 Vertigini teologiche, certo, da dimenticare presto con un buon bianco
frizzante, ma stanotte, per favore, guardiamo in alto, dopo gli
abbracci…Dio sarà anche lì – non c’è niente di male ad immaginarselo mentre sorride-, buon anno nuovo, amici!

Un anno finisce, un anno inizia, simile a questo, probabilmente.
Ma il Signore lo abita, e vi costruisce il suo sogno: il regno.
 Gli auguri sinceri fatti all’uomo, quando sono seguiti dall’impegno per realizzare quanto di bene esprimono, sono come auguri fatti a Dio stesso. Buon anno nuovo, Dio.


 

 

 

 

 

 

 

 

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