Gruppo Studentesco Cattolico

"Giovanni Paolo II"

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Dalla parola di Dio

gravidi per l'avvento “ In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio […] a una vergine […] si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallegrati, piena di grazia: Il Signore è con te. “ Lc 1, 26-28 E’ iniziato l’Avvento, il mese di preparazione- attesa del Natale. In fondo, l’avvento dovrebbe essere il vero mese mariano, anche liturgicamente parlando. Lei (Maria) mostra a noi come si accoglie il Signore, come lo si attende, come lo si incarna in noi, come lo si porta agli altri. In tempi di rapporti sessuali precoci, di sessualità fisica scontata nei rapporti a due, accennare ad una gravidanza parlando con dei giovani, vuol dire assistere ai loro riti scaramantici. E, con i loro genitori, vuol dire rendersi conto immediatamente della mentalità anticoncezionale diffusa: una gravidanza è vista ormai sempre con sospetto, quando non la si considera come una specie di maledizione, se giunge fuori da una precisa programmazione. E’ con un certo spirito birichino e anticonformista che vorrei paragonare l’avvento ad una gravidanza. Dovremmo sentirci tutti, maschi e femmine, gravidi di un bimbo d’origine divina. E’ un paragone scandaloso e inopportuno quello con Maria? Forse dimentichiamo quanto ci ripete la Parola di Dio (a proposito, anch’essa da accogliere come ha fatto la giovane Maria): “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sau grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato”. Efesini 1, 3- 6 Con l’immagine dell’attesa di un bambino nella testa e nel cuore, forse non faremo mancare alla nostra esistenza quelle cure spirituali e materiali che permettono di coltivare dentro di noi la presenza del Signore. Al contempo, Egli, lungo il cordone ombelicale della nostra anima religiosa, ci nutrirebbe di grazia e bellezza, rendendoci una vita piena e ricca di meraviglia. E i maschi, che ne sanno di gravidanze? Forse, potrebbero chiedere a mogli, sorelle, amiche…sarebbe l’occasione per ascoltarle, per una volta, come donne, nel profondo della loro femminilità. Forse, anche il più rude maschiaccio, potrebbe immaginare, immedesimarsi: per una volta far vincere la fantasia e la sensibilità sulla playstation, sull’ultimo gratta-e-vinci, o sul superlotto da giocare. Perché una cosa è certa: un credente è chiamato ad un’attesa vigilante, a non vivere intontito, smarrito, in balia di falsi affanni, o in preda a qualunque tipo di stordimento. Bensì a fugare dalla sua vita quanto gli impedisce d’essere accogliente e pronto col Signore che viene.

 

 

 

 

 

 

 

 

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