Gruppo Studentesco Cattolico

"Giovanni Paolo II"

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Dalla parola di Dio

la macchina del tempo “In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu.” dal Libro della Genesi 1,1-3 Dio che è la perfezione della LUCE, guardando in basso vide le tenebre e decise di abitare proprio là. Dio che è pienezza di VITA, guardò in basso e vide la morte decise di portarvi LA VITA. Vide parole confuse e vuote, decise di donare LA PAROLA. “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita…” dal Vangelo secondo Giovanni 1, 1-4a L’AMORE guardò in basso e vide l’odio e decise: “là voglio abitare”. In questi giorni ho chiesto a diverse persone: “se aveste di fronte due macchine del tempo, una che vi possa portare nel passato e una che vi possa portare nel futuro, quale scegliereste?” Le risposte si sono equamente divise tra passato e futuro. Mi è stato detto, in sintesi: “Vedo nero. Troppe ingiustizie, parole negative intorno a me. Troppe delusioni. Non sono più quello/a di prima: io stesso odio e ho voglia di vendetta, ma sono infelice, vorrei essere quello/a di prima, o essere un altro/a”. Io mi chiedo: che senso ha che si continuino a seminare parole vane, atteggiamenti negativi, rancore e volgarità, superficialità nei rapporti umani per poi vivere sognando di fuggire nel passato o nel futuro? Se avessimo di fronte due macchine del genere dovremmo renderle inservibili o chiuderle immediatamente in un Museo. La luce, la parola, la vita e l’amore hanno ben visto la situazione ma, proprio per questo hanno deciso di abitare in quella situazione. A che cosa serve la luce se non ad illuminare il buio? Che bisogno ci sarebbe di amare se ci fosse già amore a sufficienza? Il dono dell’uomo è saper coniugare il passato nel presente, saper partire dal presente per preparare il futuro. Mettendo che cosa in questo presente? Si può fare il bene soprattutto quando c’è il male. Allora il tempo da vivere è adesso, le imperfezioni e le difficoltà sono il “luogo” dove abitare. Potremmo anche porci una domanda più radicale: Che bisogno ho di Dio se posso fare da solo? Ma sul serio posso fare da solo? E allora perché sogno di fuggire? Perché sono oppresso da tenebre, odio, mancanza d’amore, morte? Forse questo Dio che nella società moderna sembra non c’entrare mai, invece c’entra con tutto. Forse è Lui che mi da i colori per colorare il presente in armonia col passato e amicizia per il futuro! Forse è Lui che mi può permettere di vivere in pienezza quanto è nelle mie scelte personali. Forse ho proprio bisogno di spalancare le porte a Colui che è luce, parola, vita e amore. Che cosa diceva Giovanni Paolo II? Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo. L’unico ospite con il quale vale sempre la pena coabitare. Si! Io mi fido. Io, nella mia piccolezza e debolezza, ma nelle mie grandi aspirazioni, mi lascio illuminare, amare e vivificare da Lui. Quello che la Sacra Scrittura chiama: lasciarsi santificare. E tu?

 

 

 

 

 

 

 

 

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